venerdì 27 novembre 2009

Questa croce appesa al muro.

La Croce è un Simbolo, il primo Vero emblema unificatore della fede Cristina. Si colloca a fianco degli altri simboli dominanti del Cristianesimo, il Pesce, il Ramoscello d’Ulivo, la Colomba e il Pane ma diventa quello predominante. La Croce ha due significati nella storia, l’uno l’opposto all’altro. Prima, dal 200 a.C. circa, è il simbolo della morte più atroce, la morte conferita dai romani ai ladri, ai briganti, a quelli che meno contano nella società. Poi,con la morte di Gesù Cristo, diviene il più alto e maestoso simbolo di amore, di salvezza, di sacrificio per un bene più grande. I due significati si scontrano in un momento, quello storico della crocefissione di Gesù,figlio di Dio . E’ li, in quell’istante che la croce, da oggetto di tortura diventa simbolo. Da Strumento di morte, diventa Segno di Vita. Questo Simbolo è cambiato nel tempo. Inizialmente, durante il periodo di clandestinità del Cristianesimo è una piccola “tau” e viene apposta nelle catacombe, dove venivano celebrate le prime messe, in mezzo al nome del defunto. Diviene Simbolo riconosciuto solo molto tempo dopo, quando nel 313 d.C., con un editto, l’Imperatore romano Costantino I, dà al Cristianesimo uno status giuridico, lo rende, per così dire, legale. Da questo momento la croce esce dalle catacombe e diviene sempre più nota in Europa. Ci vogliono altri quattrocento anni perché la Croce divenga Crocefisso, con l’apposizione del corpo del Cristo morente, ad indicare insieme la sofferenza e la liberazione, il dolore e l’amore. Da allora, quindi da quasi duemila anni, il Crocefisso divenne perenne Simbolo del Cristianesimo e raffigurato in migliaia di modi dai più grandi artisti della storia. Da allora la figura di Gesù Cristo in croce è tra le immagini più diffuse sul pianeta, ma non da tutti accettata. Alcune religioni infatti ne criticano la presenza nei luoghi pubblici, come le aule di scuola, ma non ne contestano la valenza storico-religiosa. Perché? Sia la religione ebraica che quella islamica, che non adottano l’iconografia del crocifisso considerano Gesù Cristo un grande profeta. Queste religioni non discutono sulla valenza del messaggio portato da Cristo, messaggio nuovo di amore, fratellanza, benevolenza verso il prossimo, ma sul suo essere figlio di Dio. L’islam lo considera perfino il più grande profeta prima dell’avvento di Maometto. Di per se quindi, non considerando per un attimo la Divinità che la religione Cristiana attribuisce a Gesù Cristo, il suo messaggio è comunque un messaggio apprezzato, nuovo, rivoluzionario. Attestato questo, cioè l’importanza di Gesù Cristo come Profeta, fondamentale allora come oggi, e del suo messaggio, inscindibile dal gesto finale di morte in Croce per la salvezza dell’Uomo, nessuno può contestare il Simbolo che deriva da tutto questo, ovvero il Crocefisso. Esso rimane Simbolo incontrastato di amore. E’ un messaggio fondamentale per tutta l’Umanità che forse, sarebbe meglio entrasse in modo più attento e costante nella morale che va formandosi nei giovani di oggi. Ancor prima che appeso in aula, sarebbe meglio che tornasse ad essere appeso nelle case.

Giacomo

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